Giuseppe Camilloni, musicista

By (author)Giovanni Valle

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Biografia a cura di Giovanni Valle del musicista non vedente Giuseppe Camilloni (Trevi nel Lazio, 1885- ivi, 1971).

Biografia a cura di Giovanni Valle del musicista non vedente Giuseppe Camilloni (Trevi nel Lazio, 1885- ivi, 1971).

PREFAZIONE

L’ ascesa artistica del musicista frusinate Giuseppe Camilloni (Trevi nel Lazio, 1886-Ivi, 1971), offre spunti e riflessioni interessanti sul panorama musicale italiano nel Novecento.

Cieco dalla nascita, allievo di Ettore Pinelli (Roma, 1843-Ivi, 1915) e Giovanni Sgambati (Roma, 1841-Ivi, 1914), nonché amico di Arturo Toscanini (Parma, 1867-New York, 1957), Camilloni è stato pianista, organista, violinista e compositore.

Della sua intensa attività concertistica vi sono innumerevoli documentazioni, soprattutto di eventi effettuati dal 1921, data in cui il Maestro raggiunse l’America, mentre i lavori compositivi, che spaziano da Preludi, Fughe, Corali, Mottetti, Inni, Messe e Romanze, comprendono un corpus di 59 brani con numero d’opus e circa 20 opere postume scritte, nella maggioranza dei casi, in Braille.

A circa 40 anni dalla sua morte, Camilloni, musicista tra i più degni nel panorama laziale del secolo scorso, è caduto letteralmente nell’ oblìo. Appare pertanto lodevole l’ enorme lavoro svolto in questo preziosissimo volume dal Maestro Giovanni Valle, già autore di altrettanti pregevoli studi musicologici e di revisione tesi a focalizzare la figura di un altro grande frusinate: Licinio Refice (Patrica, 1883-Rio de Janerio, 1954).

In considerazione della cecità che ha segnato la sua esistenza, sorprende l’intensa attività artistica di Giuseppe Camilloni, che però, a ben guardare, ha avuto illustri predecessori nella storia della musica. Citiamo, per questioni di spazio, solo qualche personaggio: Notker Balbulus (Jonschwil-San Gallo, ca. 840-San Gallo, 912), monaco benedettino del monastero di San Gallo, detto “il balbuziente”, inventò la forma della Sequenza attraverso parole divise in sillabe sotto lunghi melismi, per facilitare l’apprendimento mnemonico della melodia; Francesco Landini (?, 1325-Firenze, 1397), celebre autore di Ballate, cieco dall’ infanzia a causa del vaiolo, divenne anche un rinomato poeta, virtuoso di diversi strumenti e apprezzato per la maestria nell’ esecuzioni all’ organo. Fu noto anche con gli appellativi di “Francesco il cieco” e “Francesco degli Organi”; Johann Sebastian Bach (Eisenach, 1685-Lipsia, 1750) uno dei maggiori musicisti di tutti i tempi che, nell’ultimo anno della sua esistenza, divenne cieco (forse) a causa degli sforzi effettuati durante l’infanzia per copiare partiture musicali di altri autori; Robert Schumann (Zwickau, 1810-Bonn, 1856), pianista e compositore tedesco, affetto al contempo da paralisi di due dita della mano destra, scaturita da errate sperimentazioni tecniche, e da disturbi mentali che portarono il musicista, nel 1854, ad un tentativo di suicidio, gettandosi nel Reno; Franz Liszt (Raiding, 1811-Bayreuth, 1886), universalmente ritenuto il maggior pianista della storia, molto probabilmente deve parte della sua abilità tecnica alle “menomazioni” delle sue mani fornite di falangi insolitamente distanziate, che gli consentivano un’ enorme estensione palmare, con possibilità di prendere decime anche in rapide successioni.

Altri compositori, invece, hanno scritto opere per interpreti affetti da handicap, come ad esempio il “Concerto in Re per la mano sinistra”, dedicato da Maurice Ravel (Ciboure, 1875-Parigi, 1937) al pianista austriaco Paul Wittgenstein, mutilato in guerra. Celebre anche la “Ciaccona” di Johann Sebastian Bach, trascritta per la mano sinistra da Johannes Brahms (Amburgo, 1833-Vienna, 1897).

L’ esempio più emblematico nella storia della musica è rappresentato però da Ludwig van Beethoven (Bonn, 1770-Vienna, 1827) che dal 1798, all’ età di 28 anni, iniziò ad avvertire i primi sintomi di sordità, che divenne totale negli ultimi anni della sua vita. Non ci vuole molto ad immaginare cosa significhi per un musicista rendersi conto di non poter udire più il suono. La sordità non impedì al genio di Bonn di scrivere capolavori come la Terza, Quinta, Sesta, Settima e Nona Sinfonia, il Terzo, Quarto e Quinto Concerto per pianoforte ed orchestra, le ultime Sonate per pianoforte e i maturi Quartetti per archi. La sordità di Beethoven ha dato il via, in molti autori del secolo scorso, ad un rinnovato interesse nei confronti del “silenzio”: “Ludus et Silentium” (1977) di Arvo Pärt (Paide, 1935), “Quatuor Hölderlin” (1980) di Luigi Nono (Venezia, 1924-Ivi, 1990), “Volumina” (1961) di György Ligeti (Târnăveni, 1923-Vienna, 2006), 4’33’’ (1952) e “Silence” (1961) di John Cage (Los Angeles, 1912-New York, 1992), “Klavierstück X” di Karlheinz Stockhausen (Kerpen, 1928-Kürten, 2007), sono brani che nascono da questa nuova esigenza espressiva.

In Pärt e Nono, scegliendo la via metafisica del silenzio in musica, i frammenti sonori emergono nel mezzo dello stesso silenzio, mentre, agli antipodi di ogni implicazione metafisica, Ligeti, Cage e Stockhausen considerano il silenzio come “materia sonora”, elemento strutturale della composizione. Allo stesso modo in cui l’attenzione di molti compositori è stata attratta dalla sordità di Beethoven, mi auguro che questa biografia particolareggiata sulla figura di Giuseppe Camilloni possa incentivare un qualificato studio sui grandi personaggi della storia, musicale e non, affetti da forme di handicap. Credo che il soggetto “menomato” non sia un individuo “regredito”, bensì un soggetto dotato semplicemente di attitudini particolari, percepibili solo dal suo interno come forma intima e profonda del proprio sentire spirituale.

Oltre la musica cosiddetta “colta”, anche nella “leggera” riscontriamo molti esempi di artisti affetti da menomazioni come, ad esempio, la cecità. Tra questi il pianista e compositore americano Ray Charles (Albany, 1930-Beverly Hills, 2004) , il famoso “the king”, il cantautore statunitense Stevie Wonder (Saginaw, 1950), il tenore Andrea Bocelli (Lajatico, 1958), i cantanti Annalisa Minetti (Rho, 1976) e Aleandro Baldi (Greve in Chianti, 1959).

Citiamo anche il pianista jazz Michel Petrucciani (Orange, 1962 -New York, 1999), affetto dalla nascita dall’osteogenesi imperfetta (malattia genetica) e Pierangelo Bertoli (Sassuolo, 1942-Modena, 2002), colpito da poliomielite.

Per ritornare al Nostro Giuseppe Camilloni, oltre al già citato encomiabile impegno profuso dal Maestro Giovanni Valle, rivolgo un plauso al Concorso “Talenti del Basso Lazio”, organizzato dall’Associazione Culturale “Esperia nel Mondo” di Esperia (Fr), nel luglio scorso, per aver introdotto il Premio Speciale “Giuseppe Camilloni”, onorando così la memoria del musicista frusinate.

Agli Enti pubblici e privati rivolgo l’invito a promuovere nel Mondo l’Arte di Giuseppe Camilloni.

Alla popolazione di Trevi nel Lazio (Fr) l’impegno morale di difendere il proprio patrimonio culturale contro l’usura del tempo e dell’ignoranza.

Morolo (Fr), 4 luglio 2010

M° Francesco Marino, Compositore.

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